Suprema Corte di Cassazione
Sentenza 13 novembre 2014, n. 24201
(OMISSIS)
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
1. (OMISSIS), in proprio e nella qualita di madre delle figlie minori (OMISSIS) e (OMISSIS), cito in giudizio, davanti al Tribunale di Crema, (OMISSIS) e (OMISSIS) rispettivamente conducente e proprietario del mezzo nonche la s.p.a. (OMISSIS), chiedendo che fossero condannati in solido al risarcimento dei danni subiti in conseguenza di un sinistro stradale nel quale suo marito (OMISSIS), alla guida di una bicicletta, era stato investito dalla vettura condotta da (OMISSIS), rimanendo ucciso.
Si costituirono in giudizio (OMISSIS) e la societa di assicurazione (OMISSIS), chiedendo il rigetto della domanda.
Il Tribunale, acquisita la consulenza tecnica svolta dal P.M. in sede penale, ritenuto il concorso di colpa della vittima nella misura del 50 per cento, accolse la domanda e condanno i convenuti, in solido tra loro, al pagamento della somma di euro 43.512 in favore della moglie e di euro 36.260 in favore di ciascuna delle figlie a titolo di danno non patrimoniale, nonche della somma di euro 30.000 in favore della moglie e di euro 10.000 in favore di ciascuna delle figlie a titolo di danno patrimoniale, con rivalutazione ed interessi e con il carico della meta delle spese di giudizio.
2. La sentenza e stata appellata dalla (OMISSIS) in ordine alla liquidazione del danno non patrimoniale, e la Corte dappello di Brescia, con sentenza del 28 febbraio 2011, ha respinto il gravame, confermando la pronuncia di primo grado e compensando integralmente le spese del giudizio di secondo grado.
Ha osservato la Corte territoriale richiamando anche la motivazione della sentenza del Tribunale e dichiarando di condividerla che lentita del risarcimento spettante alle danneggiate era stata correttamente ridotta in considerazione del luogo nel quale le somme liquidate erano destinate ad essere spese, vale a dire la Tunisia. Infatti se e vero che ciascuno dei familiari prossimi congiunti danneggiati dalla morte di una persona derivante da reato e titolare di una autonomo diritto al risarcimento e altrettanto vero che il giudice puo procedere ad un trattamento personalizzato; e simile facolta comporta che il risarcimento deve essere adeguato, alla luce del Decreto Ministeriale 12 maggio 2003, al reale potere di acquisto della moneta dello Stato di residenza del danneggiato ; ed e notorio che in Tunisia il costo della vita e inferiore rispetto a quello dellItalia.
3. Contro la sentenza della Corte dappello di Brescia propone ricorso (OMISSIS), in proprio e nella qualita, con atto affidato a due motivi.
Resiste la s.p.a. (OMISSIS), nella qualita di societa derivante dalla fusione per incorporazione della societa di assicurazione (OMISSIS), con controricorso affiancato da memoria.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Con il primo motivo di ricorso si lamenta, in riferimento allarticolo 360 c.p.c., comma 1, n. 3), violazione e falsa applicazione degli articoli 2, 3 e 29 Cost., degli articoli 1223, 2056, 2059 e 2729 cod. civ., della Legge 31 maggio 1995, n. 218, articoli 28 e 62, nonche del Decreto Ministeriale 12 maggio 2003.
Rileva la ricorrente di non condividere la decurtazione del danno morale operata dalla Corte dappello in funzione del luogo dove le somme sono destinate ad essere spese. Diversificare lentita del risarcimento in funzione del luogo dove si svolge la vita dei destinatari crea, infatti, unevidente disparita di trattamento, per di piu fondata almeno nel caso di specie su semplici criteri presuntivi, quale quello della permanenza della ricorrente in Tunisia; e tale Paese, daltra parte, si trova in un momento di notevole incremento del PIL, sicche la riduzione del danno risarcibile non avrebbe alcuna ragion dessere.
2. Con il secondo motivo di ricorso si lamenta, in riferimento allarticolo 360 c.p.c., comma 1, n. 5), violazione e falsa applicazione degli articoli 2, 3 e 29 Cost., degli articoli 1223, 2056, 2059 e 2729 cod. civ., della Legge 31 maggio 1995, n. 218, articoli 28 e 62, nonche del Decreto Ministeriale 12 maggio 2003.
Le censure proposte nel primo motivo vengono sostanzialmente ripresentate nel secondo, rilevando come la motivazione della sentenza dappello non sarebbe adeguatamente motivata; si aggiunge, poi, che le tabelle di cui al Decreto Ministeriale 12 maggio 2003 non sarebbero idonee a dare un quadro esatto della Tunisia nella sua situazione attuale.
3. I due motivi, da trattare congiuntamente in relazione allintima connessione che li unisce, sono entrambi fondati.
3.1. Il problema sul quale questa Corte e chiamata a pronunciarsi si sostanzia nello stabilire se, ai fini del risarcimento del danno morale, il giudice possa o meno adeguare la misura del risarcimento al potere di acquisto della moneta nello Stato di residenza dellavente titolo al risarcimento medesimo. Nel caso in esame, poiche la persona rimasta uccisa nellincidente stradale era di nazionalita (OMISSIS) e i suoi eredi (oggi ricorrenti) risiedono in Tunisia sicche la somma di denaro erogata a titolo di risarcimento del danno morale e destinata, con ogni ragionevole probabilita, ad essere spesa in quel Paese occorre stabilire se il giudice possa, una volta determinato il quantum risarcitorio, operare una riduzione della somma in relazione al piu basso tenore di vita della Tunisia; cio in quanto il denaro costituisce un mezzo per procurarsi beni della vita che in quel Paese hanno un costo minore che in Italia.
A tale quesito la Corte dappello, concordando con il Tribunale, ha dato risposta affermativa, richiamando, in particolare, il precedente di cui alla sentenza 14 febbraio 2000, n. 1637, di questa Terza Sezione Civile.
3.2. Tanto premesso per il corretto inquadramento dei termini della questione, rileva il Collegio che la sentenza appena richiamata, peraltro ormai risalente nel tempo e rimasta, a quanto risulta, priva di seguito, e stata recentemente smentita dalla sentenza 18 maggio 2012, n. 7932, di questa stessa Terza Sezione; la quale, affrontando il medesimo problema oggi in discussione ed entrando in consapevole contrasto con il precedente del 2000, ha osservato che il criterio della realta socioeconomica in cui vive il danneggiato non e fondato in diritto. Richiamando i tre elementi essenziali dellillecito aquiliano costituiti da condotta illecita colposa o dolosa, danno e nesso di causalita la pronuncia n. 7932 del 2012 ha osservato che sono soltanto questi i fattori suscettibili di incidere sulla determinazione del danno; mentre il luogo dove il danneggiato abitualmente vive, e presumibilmente spendera od investira il risarcimento a lui spettante, e invece un elemento esterno e successivo alla fattispecie dellillecito, un posterius, come tale ininfluente sulla misura del risarcimento del danno .
3.3. Ritiene questo Collegio che vada confermato e ribadito lorientamento piu recente, superando quello al quale si e richiamato il giudice di merito.
Appaiono decisive, al riguardo, le seguenti osservazioni.
Innanzitutto, una valutazione differenziata risulterebbe in evidente contrasto con larticolo 3 Cost..
Come la Corte costituzionale ha piu volte insegnato, le norme del diritto internazionale generalmente riconosciute rientrano tra quelle che, nel garantire i diritti fondamentali della persona indipendentemente dallappartenenza a determinate entita politiche, vietano discriminazioni nei confronti degli stranieri, legittimamente soggiornanti nel territorio dello Stato (v. la sentenza n. 306 del 2008, nonche, in relazione al diritto inviolabile alla salute, la sentenza n. 252 del 2001); e la medesima Corte ha anche dichiarato contraria allarticolo 3 Cost. benche tale parametro faccia riferimento ai cittadini una disposizione di legge regionale che immotivatamente escludeva gli stranieri dal novero dei fruitori di una provvidenza sociale (nella specie, il diritto alla circolazione gratuita sui servizi di trasporto pubblico di linea, sentenza n. 432 del 2005).
Questa Corte, sulla scia di quanto indicato dal Giudice delle leggi, ha riconosciuto (sentenza 11 gennaio 2011, n. 450) che allo straniero, indipendentemente dalla condizione di reciprocita, compete il risarcimento dellintero danno non patrimoniale, di cui allarticolo 2059 c.c., allorche esso sia liquidato non come ipotesi espressamente prevista dalla legge (nella formulazione letterale ed originaria della norma), ma quale risarcimento della lesione di un valore della persona umana, costituzionalmente garantito .
In altre parole non si vede, alla luce della giurisprudenza costituzionale nonche della semplice logica giuridica, per quale ragione un medesimo evento dannoso in questo caso la morte di un giovane uomo, marito e padre di due bambine possa determinare conseguenze diverse a seconda della nazionalita dei soggetti aventi diritto al risarcimento. Questa Corte, daltra parte, ha in numerose e ben note sentenze ribadito che il risarcimento del danno deve avere come obiettivo fondamentale il ripristino del valore-uomo nella sua insostituibile unicita (v., tra le altre, le sentenze 20 novembre 2012, n. 20292, 22 agosto 2013, n. 19402, e 14 gennaio 2014, n. 531); ora, anche se la morte rende impossibile tale ripristino, pur tuttavia il risarcimento che ne consegue non puo differenziarsi per il fatto che il denaro erogato a tale titolo e destinato ad essere speso in un Paese nel quale il costo della vita e diverso da quello dellItalia.
Nel caso specifico, poi, e fuori discussione che la vittima dellincidente si trovava in Italia per motivi di lavoro, sicche il denaro che egli stava guadagnando costituiva il corrispettivo di una prestazione svolta nel nostro Paese; di talche, ragionando in via di ipotesi, ove lincidente non avesse avuto le conseguenze mortali che purtroppo ha avuto, nessuno avrebbe (probabilmente) dubitato del fatto che il (OMISSIS) legittimamente presente nel territorio italiano avesse diritto ad un risarcimento identico a quello del cittadino. Al contrario, collegare al fatto che gli eredi, destinatari del risarcimento, risiedano in Tunisia una conseguenza significativa ai fini della liquidazione del danno morale significa introdurre nellillecito un elemento del tutto estrinseco rispetto ad esso, con conseguenze inaccettabili.
3.4. Le conclusioni raggiunte traggono ulteriore conferma da altri orientamenti che questa Corte e andata maturando negli ultimi anni nella materia risarcitoria.
Va richiamata, al riguardo, la sentenza 7 giugno 2011, n. 12408, ribadita da altre piu recenti, nella quale si e riconosciuta limportanza di una uniformita, per quanto possibile, delle tecniche di risarcimento del danno, sottolineando la necessita di fare ricorso alle tabelle adottate dal Tribunale di Milano allo scopo di evitare che danni identici possano essere liquidati in misura diversa solo perche esaminati da differenti Uffici giudiziari. Tale pronuncia e evidentemente il segno della necessita, che questa Corte avverte, di ridurre il piu possibile le diversita e le oscillazioni nella liquidazione del danno; sicche la decisione odierna si inserisce in modo coerente in questo filone di giurisprudenza, poiche evidenzia linsostenibilita del riferimento alle diverse realta socio-economiche in sede di risarcimento del danno non patrimoniale.
4. In conclusione, il ricorso e accolto e la sentenza impugnata e cassata.
Il giudizio e rinviato alla Corte dappello di Brescia, in diversa composizione personale, la quale decidera attenendosi al seguente principio di diritto:
In materia di illecito aquiliano, ai fini della liquidazione del danno non patrimoniale il giudice di merito, procedendo alla necessaria valutazione equitativa di tutte le circostanze del caso concreto, non deve tenere conto della realta socio-economica nella quale la somma liquidata e destinata ragionevolmente ad essere spesa, poiche tale elemento e estraneo al contenuto dellillecito .
Al giudice di rinvio e demandato anche il compito di liquidare le spese del presente giudizio di cassazione.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia il giudizio alla Corte dappello di Brescia, in diversa composizione personale, anche per la liquidazione delle spese del giudizio di cassazione.