Legato sulla casa familiare e determinazione quota legittimari

Nella  successione necessaria e in presenza dei presupposti per il riconoscimento dei diritti del coniuge superstite sulla casa familiare ex articolo 540, comma 2, c.c., la determinazione della quota riservata che spetta a ciascuno dei legittimari in concorso deve considerare i diritti del coniuge sulla casa familiare, visto che questi diritti, acquistati dal coniuge a titolo di legato, sono sottratti dal relictum ereditario e non anche dal patrimonio sul quale sono calcolate le quote riservate ai legittimari (Cassazione civile, Ordinanza 9.02.2023 n. 4008).

Incapacità naturale del testatore

L’incapacità naturale del testatore richiede l’esistenza non di una semplice anomalia o alterazione delle facoltà psichiche ed intellettive del de cuius, ma la prova che, a causa di una infermità transitoria o permanente, oppure di altra causa perturbatrice, il soggetto sia stato privo in modo assoluto, al momento della redazione dell’atto di ultima volontà, della coscienza dei propri atti o della capacità di autodeterminarsi.

Poiché lo stato di capacità costituisce la regola e quello di incapacità l’eccezione, spetta a chi impugna il testamento dimostrare la dedotta incapacità, salvo che il testatore non risulti affetto da incapacità totale e permanente, nel qual caso grava, invece, su chi voglia avvalersene provarne la corrispondente redazione in un momento di lucido intervallo e delle cause idonee in linea di principio a determinarla.(Cassazione Civile, ordinanza 17.11.2022 n.33914)

Quando una disposizione testamentaria può dirsi effetto di dolo ?

La disposizione testamentaria può dirsi effetto di dolo, ai sensi dell’articolo 624, comma 1, del codice civile, quando c’è la prova dell’uso di mezzi fraudolenti che, considerata l’età, lo stato di salute, le condizioni di spirito del testatore, siano stati idonei a trarlo in inganno, suscitando in lui false rappresentazioni ed orientando la sua volontà in una direzione verso la quale non si sarebbe spontaneamente indirizzata. L’idoneità dei mezzi usati deve essere valutata con criteri di larghezza nei casi in cui il testatore, affetto da malattie senili che causano debolezze decisionali ed affievolimenti della consapevolezza affettiva, sia più facilmente predisposto a subire l’influenza dei soggetti che lo accudiscono o con cui da ultimo trascorrono la maggior parte delle sue giornate. (Cassazione Civile, Ordinanza 17 ottobre 2022 n. 30424)

L’obbligo della collazione sorge automaticamente con l’apertura della successione

L’obbligo della collazione sorge automaticamente a seguito dell’apertura della successione ed i beni donati devono essere conferiti indipendentemente dalla proposizione di una domanda dei condividenti, salva l’espressa dispensa da parte del “de cuius” nei limiti in cui sia valida. Conseguentemente, una volta che la prova delle donazioni del de cuius sia emersa dall’attivita’ istruttoria, e sulla base degli elementi di prova forniti nel rispetto del regime delle preclusioni istruttorie, il giudice deve tenere conto delle stesse ai fini della collazione, anche a prescindere da una domanda della parte, attesa l’automaticita’ che connota tale istituto e la sua intrinseca inerenza allo svolgimento delle operazioni divisionali (Cassazione civile, Ordinanza, 24 febbraio 2022 n. 6145).

Configurabilità di una scrittura privata come testamento

Perche’ si abbia testamento e’ necessario che lo scritto contenga la manifestazione di una volonta’ definitiva dell’autore, compiutamente e incondizionatamente formata, diretta a disporre attualmente, in tutto o in parte, dei propri beni per il tempo successivo alla morte . Ai fini della configurabilita’ di una scrittura privata come testamento, pertanto, non e’ sufficiente il riscontro dei requisiti di forma, ma è necessario anche l’accertamento dell’oggettiva riconoscibilita’ nella scrittura della volonta’ attuale del suo autore di compiere non un semplice progetto, ma un atto di disposizione del proprio patrimonio per il tempo successivo al suo decesso (Cassazione civile, Ordinanza 24 settembre 2021 n. 25936)

Accettazione tacita dell’eredità e voltura catastale

L’accettazione tacita dell’eredita’ puo’ essere desunta dal comportamento complessivo del chiamato che ponga in essere non solo atti di natura meramente fiscale, come la denuncia di successione, inidonea di per se’ a comprovare un’accettazione tacita dell’eredita’ (Cass. n. 178/1996; n. 5463/1988; n. 5688/1988), ma anche atti che siano al contempo fiscali e civili, come la voltura catastale (Cassazione civile, Ordinanza, 30 aprile 2021, n. 11478)
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Il criterio cronologico di riduzione delle donazioni previsto dall’art. 559 c.c. non può operare quando si sia in presenza di più donazioni coeve.

Il criterio cronologico di riduzione delle donazioni previsto dall’art. 559 c.c. non può operare allorquando si sia in presenza non già di donazioni successive, ma di più donazioni coeve, per le quali non sia possibile stabilire quale di esse sia anteriore rispetto alle altre. In questo caso, qualora nessuno dei donatari sia in grado di reclamare una priorità del suo titolo, non resta che applicare la riduzione proporzionale stabilita dall’art. 558 c.c. per le disposizioni testamentarie.(Cassazione civile, Sentenza 30.12.2020 n. 29924)

Accettazione tacita di eredità e pagamento di un debito del de cuius

Per l’accettazione tacita di eredità non è sufficiente che un atto sia compiuto dal chiamato all’eredità con l’implicita volontà di accettarla, ma è necessario che si tratti di un atto che egli non avrebbe diritto di compiere, se non nella qualità di erede. Pertanto nel caso di pagamento di un debito del “de cuius”, effettuato dal chiamato all’eredita con danaro proprio, (che non è un atto dispositivo e, comunque, tale che solo l’erede abbia diritto a compiere) difetta il secondo dei requisiti, richiesti in via cumulativa e non disgiuntiva per l’accettazione tacita (Corte di Cassazione, Ordinanza 30 settembre 2020, n. 20878).

Testamento pubblico: lo stato di sanità mentale del testatore, dichiarato dal notaio per la mancanza di segni apparenti di incapacità, può essere contestato con ogni mezzo di prova.

Nel caso testamento pubblico, lo stato di sanità mentale del testatore, dichiarato dal notaio per la mancanza di segni apparenti di incapacità del testatore stesso, può essere contestato con ogni mezzo di prova, senza necessità di proporre querela di falso. Ciò in quanto, ai sensi dell’articolo 2700 del codice civile, l’atto pubblico fa piena prova delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesti essere avvenuti in sua presenza o da lui compiuti, ma nei limiti della sola attività materiale, immediatamente e direttamente richiesta, percepita e constatata dallo stesso pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. (Cassazione civile, Ordinanza 28 agosto 2020, n. 18042).