Domanda volta a conseguire, oltre alla risoluzione del contratto per grave inadempimento del promissario acquirente, la condanna al risarcimento di ulteriori danni – qualificazione – domanda di declaratoria di risoluzione di un contratto preliminare

Quella volta a conseguire, oltre alla risoluzione del contratto per grave inadempimento del promissario acquirente, la condanna al risarcimento di ulteriori danni, sia pure da liquidarsi in separata sede, deve essere qualificata come domanda di declaratoria di risoluzione di un contratto preliminare. La parte non inadempiente puo’, infatti, anziche’ esercitare il recesso, chiedere la risoluzione del contratto e l’integrale risarcimento del danno sofferto in base alle regole generali (articolo 1385 c.c., comma 3), e cioe’ sul presupposto di un inadempimento imputabile e di non scarsa importanza.  In questo caso non puo’ incamerare la caparra, essendole invece consentito solo trattenerla a garanzia della pretesa risarcitoria o in acconto su quanto spettantele a titolo di anticipo dei danni che saranno in seguito accertati e liquidati. (Cassazione  Civile , Sentenza 8 settembre 2017, n. 20957)

 

Atti interruttivi del possesso nei confronti del possessore usucapente: atti di diffida e di messa in mora – inidoneità; atti che comportano la perdita materiale del possesso di fatto sulla cosa, atti giudiziali  volti ad ottenere, ope iudicis, la privazione del possesso – idoneità

Non e’ consentito attribuire efficacia interruttiva del possesso se non ad atti che comportino, per il possessore, la perdita materiale del potere di fatto sulla cosa, oppure ad atti giudiziali volti  ad ottenere, “ope iudicis”, la privazione del possesso nei confronti del possessore usucapente, con la conseguenza che, mentre puo’ legittimamente ritenersi  atto interruttivo del termine della prescrizione acquisitiva la notifica dell’atto di citazione con il quale venga richiesta la materiale consegna di tutti i beni immobili dei quali si vanti un diritto dominicale, atti interruttivi non risultano, per converso, ne’ la diffida ne’ la messa in mora, potendosi esercitare il possesso anche in aperto contrasto con la volonta’ del titolare del corrispondente diritto reale

Gli atti di diffida e di messa in mora, come la richiesta per iscritto di rilascio dell’immobile occupato, sono idonei ad interrompere la prescrizione dei diritti di obbligazione, ma non anche il termine per usucapire, potendosi esercitare il possesso anche in aperto e dichiarato contrasto con la volonta’ del titolare del diritto reale. (Corte di Cassazione, sezione seconda civile, ordinanza 31 agosto 2017, n. 20611).

Soprelevazione – difetto di condizioni – statica edificio – azione di accertamento negativo – imprescrittibilità

Nel caso di sopraelevazione effettuata dal proprietario dell’ultimo piano che alteri l’aspetto architettonico dell’intero edificio condominiale, l’azione diretta ad ottenere la “restitutio in integrum”, di cui gli altri condomini sono titolari, e’ soggetta a prescrizione ventennale.  Nell’ipotesi  in cui siano le condizioni statiche dell’edificio a non consentire la soprelevazione, e’ invece imprescrittibile l’azione di accertamento negativo tendente a far valere l’inesistenza del diritto di sopraelevare, mancando un presupposto della sua stessa esistenza (Cassazione civile, ordinanza 23 agosto 2017, n. 20288)

 

 

Diritto all’ascolto del minore – Convenzione di Strasburgo del 25 gennaio 1996 – adempimento obbligatorio –  principio fondamentale e tendenzialmente inderogabile – sussistenza 

Il diritto all’ascolto del minore costituisce un adempimento obbligatorio per il giudice, in virtù degli artt. 3 e 6 della Convenzione di Strasburgo del 25 gennaio 1996, nonchè un principio fondamentale e tendenzialmente inderogabile.  (Suprema Corte di Cassazione, sentenza 27 luglio 2017, n. 18649)

Titolo cambiario invalido – valenza  come chirografo contenente  promessa unilaterale di pagamento – sussiste 

Il titolo cambiario invalido, o comunque privo dell’efficacia sua propria, puo’ essere fatto valere come chirografo contenente una promessa unilaterale di pagamento, non solo dal prenditore contro l’emittente ma anche dal giratario contro il proprio girante, e, nei rapporti interni tra questi ultimi, anche quando il beneficiario non sia stato indicato nel titolo (Corte di Cassazione, ordinanza 19 luglio 2017, n. 17850)

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