Vendita di cose mobili da trasportare da un luogo ad un altro e dovere di esaminarle con tempestività

Nella vendita di cose mobili da trasportare da un luogo ad un altro, l’art. 1511 c.c., che fa decorrere il termine per la denuncia dei vizi dal ricevimento, sussiste un onere di diligenza a carico del compratore, consistente nel dovere di esaminare con tempestività la cosa, ponendosi così in grado di rilevarne i difetti eventuali, all’occorrenza anche con un’indagine a campione (Cassazione civile, Ordinanza 26 gennaio 2021 n. 1616).

In materia di garanzia per i vizi della cosa venduta, ai sensi dell’articolo 1490 c.c., il compratore che esercita le azioni di risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo ex articolo 1492 c.c., e’ gravato dall’onere di provare l’esistenza dei vizi

Costituisce principio consolidato e recentemente riaffermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nella sentenza n. 11.748 del 2019 che in materia di garanzia per i vizi della cosa venduta, ai sensi dell’articolo 1490 c.c., il compratore che esercita le azioni di risoluzione del contratto o di riduzione del prezzo in applicazione dell’articolo 1492 c.c., e’ gravato dall’onere di offrire la prova dell’esistenza dei vizi( Cassazione Civile, Ordinanza 19 novembre 2020 n. 26350)

art. 2051 c.c. – responsabilità – prova del fatto dannoso e del nesso di causalità con cosa in custodia -necessità – sussiste.

La responsabilità ex art. 2051 c.c. richiede la prova del fatto dannoso e del nesso di causalità del danno con la cosa in custodia. Questa prova non può considerarsi raggiunta quando le condizioni dei luoghi non siano tali da costituire una pericolosità intrinseca della cosa, né quando vi è prova di una condotta imprudente del danneggiato che, essendo pienamente in condizioni di farlo, non ha posto in essere le dovute cautele nell’uso della cosa.(Cassazione civile, ordinanza 9 luglio 2019, n. 18319)

compravendita – prescrizione azione garanzia per vizi ex art 1495 c.3 – atti interruttivi – manifestazioni extragiudiziali di volontà del compratore nelle forme dell’art. 1219 c.1 – idoneità – sussiste

Nel contratto di compravendita, costituiscono – ai sensi dell’articolo 2943, comma 4, c.c. – idonei atti interruttivi della prescrizione dell’azione di garanzia per vizi, disciplinata dall’articolo 1495, comma 3, c.c., le manifestazioni extragiudiziali di volontà del compratore compiute nelle forme dell’art. 1219, comma 1, c.c., con la produzione dell’effetto generale previsto dall’art. 2945, comma 1, c.c. .(Corte di Cassazione, sezioni unite civili, Sentenza 11 luglio 2019, n. 18672.)

risarcimento danno – fatto colposo del creditore – concorso nella verificazione dell’evento – rilevabilità d’ufficio- sussiste

In tema di risarcimento del danno, il fatto colposo del creditore che abbia contribuito al verificarsi dell’evento dannoso (ipotesi regolata dall’articolo 1227 c.c., comma 1) e’ rilevabile d’ufficio, per cui la sua prospettazione non richiede la proposizione di un’eccezione in senso proprio, costituendo mera difesa, a differenza dell’aggravamento del danno derivante dal comportamento colposo successivo del danneggiato, previsto dal secondo comma della medesima disposizione (Cassazione  civile, Ordinanza 11 ottobre 2018, n. 25352).

azione di simulazione –    carattere fittizio alienazione –  sussistenza elementi presuntivi  ex art 2697 c.c. –  onere prova effettivo pagamento del prezzo a carico  compratore- sussiste

Se  l’azione di simulazione proposta dal creditore di una delle parti di un contratto di compravendita immobiliare risulti fondata su elementi presuntivi che, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 2697 c.c., indichino il carattere fittizio dell’alienazione , il compratore ha l’onere di provare l’effettivo pagamento del prezzo, potendosi, in mancanza, trarre elementi di valutazione circa il carattere apparente del contratto (Corte di Cassazione,  Sentenza 8 ottobre 2018, n. 24696).

 

appaltatore – opere edilizie – strutture o basamenti preesistenti – verifica idoneità strutture – necessità – sussiste

Nel caso di  di opere edilizie da eseguirsi su strutture o basamenti preesistenti o preparati dal committente o da terzi, l’appaltatore viola il dovere di diligenza stabilito dall’articolo 1176 c.c. se non verifica, nei limiti delle comuni regole dell’arte, l’idoneita’ delle anzidette strutture a reggere l’ulteriore opera commessagli, e ad assicurare la buona riuscita della medesima, ovvero se, accertata l’inidoneita’ di tali strutture, procede egualmente all’esecuzione dell’opera. (Corte  Suprema di Cassazione, Ordinanza 27 settembre 2018, n. 23174)

appalto – danni subiti  da terzi – responsabilità – danni derivanti dall’attività dell’appaltatore e danni derivanti dalla cosa oggetto dell’appalto – distinzione – necessità

Nel  caso di danni subiti da terzi nel corso dell’esecuzione di un appalto, bisogna distinguere tra i danni derivanti dall’attivita’ dell’appaltatore e i danni derivanti dalla cosa oggetto dell’appalto; per i primi si applica l’articolo 2043 c.c. e ne risponde di regola esclusivamente l’appaltatore, salvo il caso in cui il danneggiato provi la una concreta ingerenza del committente nell’attivita’ stessa e/o la violazione di specifici obblighi di vigilanza e controllo; per i secondi risponde (anche) il committente ai sensi dell’articolo 2051 c.c., in quanto l’appalto e l’autonomia dell’appaltatore non escludono la permanenza della qualita’ di custode della cosa da parte del committente. (Sentenza 28 settembre 2018, n. 23442)

danno – lesione rapporto parentale -stabile relazione affettiva – relazione  di affetto, di consuetudine di vita  e di abitudini – necessità – sussiste 

Il danno conseguente alla lesione del rapporto parentale deve essere riconosciuto in relazione a qualsiasi tipo di rapporto che abbia le caratteristiche di una stabile relazione affettiva, indipendentemente dalla circostanza che il rapporto sia intrattenuto con un parente di sangue o con un soggetto che non sia legato da un vincolo di consanguineita’ naturale, ma che ha con il danneggiato analoga relazione di affetto, di consuetudine di vita e di abitudini (Cassazione civile, Ordinanza 21 agosto 2018, n. 20835)